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Primaquine: Trattamento Efficace per la Malaria e la Prevenzione delle Recidive
Primaquine è un farmaco antimalarico di sintesi appartenente alla classe degli 8-ammino chinolini, utilizzato principalmente per il trattamento radicale (definitivo) della malaria da Plasmodium vivax e Plasmodium ovale, nonché per la profilassi terminale in individui che hanno soggiornato in aree endemiche. Agisce specificamente sulle forme ipnozoite del parassita, che permangono quiescenti nel fegato e sono responsabili delle ricadute della malattia. La sua azione schizonticida tissutale e gametocitocida lo rende un cardine nella strategia di eradicazione della trasmissione malarica. La somministrazione deve avvenire sotto stretto controllo medico a causa del rischio, seppur raro, di emolisi grave in pazienti con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD).
Caratteristiche del Farmaco
- Principio attivo: Primaquina (come fosfato)
- Classificazione: Farmaco antimalarico, 8-ammino chinolina
- Forma farmaceutica: Compresse rivestite da 7,5 mg e 15 mg di principio attivo
- Meccanismo d’azione: Azione schizonticida tissutale contro le forme epatiche (ipnozoiti) di P. vivax e P. ovale; azione gametocitocida contro P. falciparum
- Profilo metabolico: Metabolizzato a livello epatico; emivita di circa 4-6 ore
- Indicazioni registrate: Trattamento radicale della malaria da P. vivax e P. ovale; profilassi terminale della malaria; chemioprofilassi in aree con ceppi clorochino-resistenti (in combinazione)
Benefici del Trattamento
- Eradicazione completa del parassita: Elimina le forme epatiche dormienti (ipnozoiti), prevenendo le ricadute a distanza di mesi o anni dalla prima infezione.
- Interruzione della catena di trasmissione: Distrugge i gametociti circolanti, rendendo il paziente non infettivo per le zanzare e contribuendo al controllo della diffusione della malattia in comunità endemiche.
- Profilassi efficace in contesti specifici: Utilizzabile per la chemioprofilassi in viaggiatori diretti in aree con alta prevalenza di ceppi resistenti, spesso in combinazione con altri antimalarici.
- Riduzione del carico parassitario globale: Contribuisce attivamente agli sforzi di eradicazione della malaria a livello di salute pubblica.
- Terapia ben tollerata nella maggior parte dei pazienti: Con un adeguato screening pre-trattamento, il profilo di sicurezza è generalmente accettabile.
- Somministrazione orale e posologia semplice: Facilità di assunzione che favorisce l’aderenza terapeutica, fondamentale per l’efficacia.
Utilizzo Comune
Primaquine è indicato principalmente per:
- Il trattamento radicale (anti-recidiva) della malaria causata da Plasmodium vivax e Plasmodium ovale, dopo un iniziale trattamento con un schizonticida ematico (es. clorochina o artemisinina) per eliminare le forme circolanti.
- La profilassi terminale in viaggiatori di ritorno da aree endemiche, per eliminare eventuali ipnozoiti epatici acquisiti.
- La chemioprofilassi primaria della malaria in regioni con ceppi clorochino-resistenti, generalmente in associazione con altri farmaci (es. clorochina).
- La riduzione della trasmissione in programmi di salute pubblica, grazie alla sua azione gametocitocida, particolarmente utile contro P. falciparum.
Posologia e Modalità d’Uso
La posologia di primaquine deve essere sempre stabilita da un medico, in base all’individuo, allo scopo terapeutico e allo stato dell’enzima G6PD.
Per il trattamento radicale di P. vivax e P. ovale (adulti e adolescenti ≥16 anni):
- Dose standard: 15 mg (base) al giorno per 14 giorni, associata a un trattamento iniziale con clorochina o un altro schizonticida ematico.
- In alcune regioni con ceppi meno sensibili: 30 mg al giorno per 14 giorni.
- Nei bambini: 0,25–0,5 mg/kg al giorno per 14 giorni (massimo 15 mg/die).
Per la profilassi terminale:
- 15 mg al giorno per 14 giorni dopo aver lasciato l’area endemica, spesso dopo un ciclo di chemioprofilassi primaria.
Per la chemioprofilassi primaria:
- 30 mg al giorno (base), in combinazione con clorochina, iniziando 1 giorno prima dell’esposizione e continuando per 7 giorni dopo aver lasciato l’area a rischio.
Le compresse vanno assunte per via orale, preferibilmente durante i pasti per ridurre il rischio di disturbi gastrointestinali. È fondamentale completare l’intero ciclo di 14 giorni per garantire l’eradicazione degli ipnozoiti.
Precauzioni
- Screening obbligatorio per deficit di G6PD: Prima di iniziare il trattamento, tutti i pazienti devono essere testati per il deficit di G6PD. La somministrazione in soggetti carenti può causare emolisi acuta e anemia emolitica grave.
- Monitoraggio dei parametri ematici: Durante la terapia, specialmente nei primi giorni, è consigliabile monitorare l’emocromo per individuare precocemente segni di emolisi.
- Utilizzo in gravidanza: Controindicato in gravidanza a causa del rischio di emolisi nel feto (che può essere carente di G6PD). Le donne in età fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento e per un breve periodo dopo.
- Allattamento: Generalmente sconsigliato, poiché il farmaco viene escreto nel latte materno e il lattante potrebbe essere carente di G6PD.
- Anamnesi di condizioni emolitiche: Usare con estrema cautela in pazienti con storia di anemia emolitica o altre emopatie.
- Interazioni farmacologiche: Valutare attentamente l’assunzione concomitante di altri farmaci potenzialmente emolitici o epatotossici.
Controindicazioni
- Deficit accertato di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD).
- Gravidanza.
- Allattamento al seno (se non strettamente necessario e sotto controllo specialistico).
- Ipersensibilità nota al principio attivo o ad altri derivati dell'8-ammino chinolina.
- Malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico (per rischio di esacerbazione).
- Pazienti con grave insufficienza epatica o renale.
Possibili Effetti Collaterali
Gli effetti avversi sono generalmente dose-dipendenti e più comuni in caso di deficit di G6PD non diagnosticato.
- Comuni (≥1/100, <1/10): Nausea, vomito, dolori addominali, cefalea.
- Non comuni (≥1/1000, <1/100): Diarrea, prurito, eruzioni cutanee, astenia.
- Rari ma gravi (<1/1000):
- Anemia emolitica acuta (specialmente in carenti di G6PD).
- Metemoglobinemia (cianosi, dispnea).
- Leucopenia, granulocitopenia.
- Epatotossicità (aumento delle transaminasi, ittero).
- Tossicità cardiaca (prolungamento dell’intervallo QT in casi rari).
In caso di sintomi suggestivi di emolisi (stanchezza intensa, urine scure, ittero) interrompere immediatamente il farmaco e consultare un medico.
Interazioni Farmacologiche
- Farmaci emolitici o mielosoppressori: Aumentano il rischio di tossicità ematologica (es. dapsone, sulfamidici, nitrofurantoina).
- Altri farmaci che prolungano il QT: Possibile rischio additivo di aritmie (es. chinidina, alcuni antifungini, macrolidi).
- Farmaci epatotossici: Potenziamento del danno epatico (es. paracetamolo ad alte dosi, statine, alcuni antiretrovirali).
- Farmaci che acidificano le urine: Possono aumentare l’emolisi (es. alte dosi di acido ascorbico).
- Induttori/inibitori del CYP450: Possibile alterazione dei livelli plasmatici di primaquina.
Dose Dimenticata
Se si dimentica una dose, assumerla appena possibile, a meno che non sia quasi ora della dose successiva. In tal caso, saltare la dose dimenticata e riprendere il normale schema posologico. Non raddoppiare mai la dose per compensare quella dimenticata. L’aderenza al ciclo completo di 14 giorni è cruciale per l’efficacia.
Sovradosaggio
Il sovradosaggio può causare emolisi massiva, grave metemoglobinemia, tossicità cardiaca e gastrointestinale. I sintomi includono nausea grave, vomito, crampi addominali, cianosi, dispnea, debolezza, collasso cardiocircolatorio. Non esiste un antidoto specifico; il trattamento è sintomatico e di supporto, incluso monitoraggio ematico, trasfusioni se necessario, e eventuale somministrazione di blu di metilene per la metemoglobinemia grave. Ricovero urgente obbligatorio.
Conservazione
Conservare nella confezione originale, a temperatura ambiente (inferiore a 30°C), al riparo da luce e umidità. Tenere fuori dalla portata e dalla vista dei bambini. Non utilizzare dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.
Avvertenza
Questo documento ha scopo informativo e non sostituisce il parere del medico. Primaquine è un farmaco soggetto a prescrizione medica obbligatoria. L’uso improprio può causare gravi reazioni avverse. È fondamentale eseguire il test per il deficit di G6PD prima dell’assunzione. Seguire scrupolosamente le indicazioni del proprio infettivologo o medico tropicalista.
Recensioni ed Evidenze Cliniche
Primaquine è utilizzato da decenni nella pratica clinica con solide evidenze di efficacia nella prevenzione delle recidive malariche. Gli studi confermano tassi di successo superiori al 95% nei pazienti adeguatamente selezionati e trattati. Le linee guida dell’OMS e delle società internazionali di medicina tropicale ne raccomandano l’uso come standard nel trattamento radicale del P. vivax. Le recensioni specialistiche sottolineano l’importanza dello screening pre-trattamento e la necessità di monitoraggio, ma riconoscono il suo ruolo insostituibile nell’eradicazione della malaria. In contesti di sanità pubblica, l’uso di primaquine ha contribuito significativamente alla riduzione della trasmissione in diverse regioni endemiche.
